Arduino, paladino della libertà o usurpatore?
di Eugenio Buffa di Perrero
Le fiabe, dicono gli studiosi, raccontano delle verità universali, in cui il protagonista, attraverso alcuni ostacoli, scopre il proprio valore e riesce a sconfiggere chi non credeva in lui. E’ proprio per il loro valore collettivo che tutte le narrazioni hanno il medesimo incipit: “C’era una volta, in un regno lontano lontano, un prode cavaliere…”
Nella vita reale, invece, le stesse vicende sono spesso raccontate con angolature diverse, a seconda del coinvolgimento di chi le narra. E’ compito di ognuno di noi ricercare la verità, sperando di avere gli strumenti per poter afferrarla.
Ma come si potrebbe giudicare la vita di un personaggio che visse tra leggenda e storia, in un passato così lontano, in cui le sue azioni si confondono con la fantasia?
“C’era una volta, circa mille anni fa, un prode cavaliere chiamato Arduino.
Il suo regno non era troppo lontano: era il Canavese, una terra ricca di laghi e vigneti, tra la Serra d’Ivrea, il Po, la Stura di Lanzo e le Alpi Graie…“.
Questo potrebbe essere l’incipit per descrivere le gesta di Arduino d’Ivrea, il marchese che visse tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo.
Ma chi fu, veramente, Arduino?
Per alcuni, un coraggioso difensore della libertà, tanto che, nel XIX secolo, la figura di questo eroe medioevale fu associata alla lotta dell’Italia contro il dominio straniero e Arduino divenne il “Primo Re d’Italia”, quando l’Italia unita ancora non esisteva.
Dopo anni di continue battaglie, Arduino si ritirò nell’Abbazia di Fruttuaria, un luogo antichissimo, fondata nel 1003 da Guglielmo da Volpiano.
Qui, il nemico della Chiesa vestì il saio e morì il 14 dicembre 1015: probabilmente onorato, forse odiato, sicuramente temuto da tutti.
Alla fine degli anni ’70, una scoperta archeologica all’Abbazia ha riportato alla luce i preziosi mosaici romanici rimasti nascosti per secoli dopo che, nel 1749, sullo stesso sito si costruì una fastosa chiesa barocca.
Le tessere, oggi visibili, rappresentano disegni di grifoni alati, tralci di vite ed aquilotti, che probabilmente rimandano al Sacro Impero Germanico.
Ed è proprio in questi disegni che si può desumere un sistema simbolico piuttosto complesso: il Vecchio Testamento a sinistra, il Nuovo Testamento a destra e, davanti, nel mosaico Ovest, i due “grandi “soli” della visione politica medioevale: il potere spirituale rappresentato dal Papa, ed il potere temporale, quello dell’Imperatore.
Rimane soltanto un dubbio, allora: chi fu, veramente, Arduino?
Guerriero senza dio o devoto fondatore di chiese? ribelle proveniente dalle montagne o grande sovrano nazionale?
In ogni epoca, i miti e le fiabe sono lo specchio dei propri desideri.
Nota della redazione: *per chi fosse interessato, Eugenio Buffa di Perrero, cultore di storia ed enogastronomia piemontese e guida turistica, organizza per sabato 11 aprile, nell’ambito del ciclo “Storia di Torino e Provincia”, un itinerario alla scoperta del Canavese e delle terre di Arduino.